Tristan Tzara: Del movimento Dada

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L’Honduras vive una dittatura peggiore di quella degli anni 80

da radiocittaperta.it

di Giorgio Trucchi

Bertha Oliva, coordinatrice del Comitato dei familiari dei detenuti scomparsi in Honduras, Cofadeh, mi riceve nel suo ufficio. Le pareti sono tappezzate di diplomi e attestati che le sono stati consegnati per l’instancabile lavoro svolto in quasi trent’anni di lotta in difesa dei diritti umani in Honduras.
Bertha ha vissuto sulla propria pella la violenza della repressione militare degli anni 80. Durante la notte dell’11 giugno 1981 gli squadroni della morte hanno fatto irruzione nella casa dove stava dormendo con suo marito, il membro fondatore dell’Unione rivoluzionaria del Popolo, Urp, Tomás Nativí Gálvez, e l’hanno sequestrato.
Nonostante le denunce e le proteste, Bertha, che in quel momento era sposata da soli quattro mesi ed era al terzo mese di gravidanza, non l’ha mai più rivisto. Scomparso come centinaia di honduregni
 
Sono trascorsi 28 anni da quella notte. Bertha Oliva ed il Cofadeh non hanno smesso un solo istante di lottare per fare luce sugli obbrobri di quegli anni e su tutto ciò che è venuto dopo, fino all’ultimo oltraggio iniziato lo scorso 28 giugno. Un nuovo capitolo di una storia che sembra senza fine e che vuole cancellare la memoria con la farsa elettorale di domenica prossima, 29 novembre.
 
“Al secondo piano della sede del Cofadeh abbiamo creato la sala delle vittime scomparse del secolo XX ed ora dobbiamo crearne una nuova per le vittime del secolo XXI – racconta la coordinatrice di questa organizzazione -.
 
Sono già 30 le persone che sono stati assassinate a causa del colpo di Stato, 9 delle quali nell’ultimo mese, ed a questo bisogna aggiungere i più di 4 mila casi di violazione ai diritti umani. Ora vogliono cancellare tutto ciò che è successo con questa farsa che noi ci rifiutiamo di chiamare elezioni, perché è un semplice evento pubblico convocato dalle forze che hanno perpetrato il colpo di Stato e che hanno imposto nel paese una vera dittatura. È un atto dei golpisti per i golpisti”, ha affermato.
 
È per questo motivo che il Cofadeh, insieme ad altre organizzazioni dei diritti umani, hanno presentato una petizione al Tribunale supremo elettorale, Tse, sollecitando “l’immediata sospensione dei comizi elettorali a causa della sistematica e grave violazione dei diritti umani e la vigenza di decreti e risoluzioni dell’amministrazione pubblica di fatto che restringono diritti e libertà della popolazione honduregna per motivi evidentemente politici, all’interno del contesto del colpo di Stato", cita il documento presentato ai magistrati di questo potere.
 
Per Bertha Oliva ci sono numerosi segnali che indicano che nelle prossime ore si potrebbe scatenare una forte repressione ed un stato permanente di terrore per la popolazione honduregna.
 
“Le forze armate e la polizia hanno chiesto alle autorità locali di consegnare loro i dati personali dei dirigenti locali della Resistenza e parallelamente si è implementato un Piano di Contingenza, affinché questa domenica gli ospedali abbiano sufficienti letti liberi e medicine per dare una risposta a qualsiasi emergenza.
 
Inoltre – ha continuato Oliva – i dirigenti del Fronte nazionale contro il colpo di Stato non stanno conducendo una vita normale, perché non possono ritornare a casa loro e devono cercare un’altra sistemazione mantenendo strette misure di sicurezza. In realtà sono entrati in un regime di semiclandestinità perché la loro vita è in pericolo”.
 
L’attivista per i diritti umani ha anche fatto il punto sui grandi investimenti che la polizia e l’esercito hanno fatto in queste ultime settimane per acquisire nuovo armamento, come per esempio un camion lancia-acqua dotato si sofisticati sistemi tecnologici che è costato 12 milioni di lempiras (631 mila dollari).
 
“Siamo molto preoccupati perché stiamo vivendo una vera e propria guerra di bassa intensità. Continuano le detenzioni arbitrarie e la persecuzione contro i dirigenti delle organizzazioni dei maestri, e le persone della Resistenza nelle comunità, quartieri e colonie. Hanno messo posti di blocco in tutto il paese ed è aumentata la strategia della tensione mettendo artefatti esplosivi in vari punti della capitale, per generare tensione e giustificare la repressione.
 
Inoltre – ha continuato Oliva – continuano ad apparire corpi di persone assassinate in vari punti del paese e stanno ostacolando il lavoro dei difensori dei diritti umani. Quando per le strade appaiono corpi di persone con chiari segnali di esecuzioni sommarie, sappiamo che si tratta di un metodo imposto e poi lasciato in eredità dagli squadroni della morte che agiscono in complicità con i militari e la polizia.
 
In questo senso, credo che stiamo vivendo in una dittatura senza precedenti, peggiore di quella degli anni 80, perché in quel momento vivevamo una dittatura militare, c’erano morti e scomparsi, ma era molto complicato riuscire a provare la relazione diretta tra questi delitti ed i militari stessi, perché la strategia era quella di utilizzare squadroni della morte e paramilitari.
 
Ora – ha spiegato la coordinatrice del Cofadeh – lo fanno alla luce del giorno sfidando tutte le strutture nazionali ed internazionali dei diritti umani ed i governi del mondo. Sono convinta che si tratti di un progetto che vogliono riprodurre in America Latina. Se vinceranno in Honduras tenteranno di farlo anche in altri paesi della regione che sicuramente hanno già individuato”, ha detto seriamente preoccupata.
 
Il Cofadeh ha anche denunciato che al governo di fatto e alle forze repressive non interessa minimamente l’intervento della Commissione interamericana dei Diritti, Cidh, che ha posto sotto la sua protezione molte persone minacciate in questi mesi.
 
“Un caso emblematico è quello di Carlos H. Reyes, una persona riconosciuta, amata e rispettata a livello nazionale ed internazionale, e che è stato candidato presidenziale indipendente, godendo così di tutta una serie di protezioni legali. Nonostante ciò, la polizia l’ha aggredito selvaggiamente e in pratica gli hanno impedito di partecipare al processo in atto per quasi quattro mesi a causa delle fratture riportate al braccio.
 
La comunità internazionale è testimone di quanto è accaduto e sono convinta che nel futuro potremo portare i responsabili di queste violazioni davanti alla giustizia internazionale”.
 
Concludendo l’intervista, Bertha Oliva ha rivelato che il Cofadeh ha già aiutato 15 persone ad uscire dal paese con le loro famiglie per proteggere la propria incolumità di fronte alla repressione che si è scatenata contro di loro.
 
"Non so dire verso dove stiamo andando, ma sono sicura che il lavoro sui diritti umani continuerà per molto tempo ancora. La dittatura ha preso forza e lo continua a fare ogni giorno che passa e sembra che non possa vivere senza l’odore del sangue ed il martirio della popolazione.
 
Ogni giorno, quando arrivo qui, salgo al primo piano e mi trattengo davanti ai visi dei nostri scomparsi e scomparse degli anni 80 e sorrido loro e parlo con loro. Gli prometto che non permetterò mai che il nostro tempio, che la loro sala del secolo scorso venga violentata. Ora guardo con preoccupazione al fatto che stiamo creando un’altra sala per le vittime del secolo XXI.
 
Dobbiamo davvero continuare a collezionare visi puliti, belli e diafani? E dovremo camminare sempre con loro? Questi visi e le loro famiglie, il popolo honduregno, hanno bisogno di risposte concrete, non per vendicarli, bensì per conoscere la verità”, ha concluso Bertha Oliva visibilmente emozionata da tanti ricordi e lotte intraprese. 

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Fazzoletto di nubi

Tristan Tzara

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Tristan Tzara

Tristan Tzara, pseudonimo di Sami Rosenstock (Moineşti, 16 aprile 1896 – Parigi, 25 dicembre 1963), è stato un poeta e saggista rumeno di lingua francese e rumena.

Visse per la maggior parte della sua vita in Francia. È conosciuto soprattutto per essere il fondatore del Dadaismo, un movimento di avanguardia rivoluzionaria nelle arti.

Il movimento Dada nacque a Zurigo durante la Prima Guerra Mondiale. Tzara scrisse i primi testi Dada, La première aventure céleste de Monsieur Antipyrine (1916), Vingt-cinq poèmes (1918) e il manifesto del movimento, Sept manifestes Dada (1924).

A Parigi, assieme ad altri artisti come André Breton, Philippe Soupault e Louis Aragon
fu protagonista di attività artistiche rivoluzionarie con l’intento di
scioccare il pubblico e di disintegrare le strutture del linguaggio.
Alla fine del 1929, stanco del nichilismo e del distruzionismo, si unì ai suoi amici nelle attività più costruttive del Surrealismo. Si spese per conciliare il Surrealismo con il Marxismo ed entrò a far parte del Partito Comunista Francese nel 1937. Fu un attivo resistente francese nella seconda Guerra Mondiale. Lasciò il Partito nel 1956, in protesta contro la repressione Sovietica della Rivoluzione Ungherese.

I suoi ideali politici lo portarono più vicino ai valori umani, e
poco a poco divenne un poeta lirico. Le sue poesie rivelavano
l’angoscia della sua anima, presa in mezzo tra rivolta e meraviglia
nella tragedia quotidiana della condizione umana. I suoi lavori maturi
iniziarono con L’Homme approximatif (1931) e continuarono con Parler seul (1950) e La face intérieure (1953). In questi lavori, le parole affiancate in modo anarchico del Dada erano sostituite da un linguaggio difficile ma umanizzato.

Morì a Parigi nel 1963. Il suo corpo è interrato nel Cimitero di Montparnasse.

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Tristan_Tzara

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Il dadaismo

Durante la guerra la Svizzera accoglie
molti rifugiati: c’è Joyce che lavora al suo Ulisse, Lenin
con i suoi amici (lui e sua moglie abitavano allora proprio a
Zurigo, nella Spiegelgasse: la stessa via in cui sorgeva il Cabaret
Voltaire), a Losanna c’era Iwan Goll, nei cantoni francesi Romain
Rolland ecc.

Nel 1916, in un cabaret di Zurigo (il Cabaret
Voltaire), il ventenne romeno Tristan Tzara
fonda il movimento dada insieme ai tedeschi Richard Huelsenbeck
e Hugo Ball, e al pittore alsaziano Hans Arp, tutti molto influenzati
dalle attività ante-guerra di Marinetti. Scrisse Ball:
"il nostro cabaret è un gesto. Ogni parola che qui viene
detta o cantata, significa per lo meno un fatto: che questo tempo
mortificante non è riuscito a imporci rispetto". Non si
sa bene da dove i dadaisti derivarono il termine dada: si dice
che lo trovarono frugando in un vocabolario; in francese appartiene
al linguaggio infantile (‘cavallo’), mentre in romeno significa
‘sì sì’. Tzara lo ricollega a fonemi dell’africa
nera.

Scrisse Tzara 35 anni dopo, nel 1951: «dada
nacque dallo spirito di rivolta, che è comune alle adolescenze
di tutte le epoche e che esige la completa adesione dell’individuo
ai bisogni della sua natura più profonda, senza riguardi per la
storia, per la logica o per la morale. Onore, patria, morale,
famiglia, arte, religione, libertà, fraternità,
tutto quel che vi pare: altrettanti concetti che corrispondono
agli umani bisogni, dei quali non resta null’altro che scheletriche
convenzioni, private ormai del loro significato primitivo» . E,
nel 1957: «Dada ha tentato non tanto di distruggere l’arte e la
letteratura, quanto l’idea che se ne aveva. Ridurre le loro frontiere
rigide, abbassare le altezze immaginarie, rimetterle alle dipendenze
dell’uomo, alla sua mercé, umiliare l’arte e la poesia,
significa assegnare loro un posto subordinato al supremo movimento
che non si misura che in termini di vita» .

Dada è parte integrante del movimento
delle avanguardie che dall’inizio del secolo si fa interprete
in maniera radicale della crisi che investe la cultura occidentale;
rispetto a futurismo, espressionismo o cubofuturismo, dada arriva
a una negazione più radicale e assoluta: è la rivolta contro
il presunto razionalismo occidentale che ha permesso la guerra
e che ne giustifica gli orrori e le violenze. Il movimento si
richiama al "disordine necessario" auspicato da Rimbaud. La negazione,
l’essere "anti" è una caratteristica costante delle loro
posizioni e atteggiamenti. Da questo punto di vista si comprende
come la sua fine sarà data quando alcuni esponenti (A.
Breton) tenteranno di dare un indirizzo programmatico più vincolante.

Movimento antidogmatico, movimento aperto
subito alla ricerca internazionale. Dada si diffonde tramite il
tam-tam non ufficiale, i rapporti personali, le consonanze e soprattutto
il bisogno, nei giovani artisti, di qualcosa di nuovo e più vero.

A Zurigo si cerca una dialettica tra arte
astratta e rivolta. A New York sono le prove artistiche di Picabia,
E. Varèse, Duchamp (che fece il suo gesto di portare in
un’ampolla "aria di Paris"): a New York Duchamp fa le prime prove
del ready made, il prevelamento di una cosa di uso comune (orinatoio,
badile, attaccapanni ecc.) cui viene attribuito un senso nuovo
ecc.. A Berlin si fa un’arte politica e di propaganda: è
Huelsenbeck a portare nel 1918 dada, di cui fanno parte il poeta
e pamphlettista Raoul Hausmann, il poeta e poi politico Franz
Jung, il poeta Carl Einstein, Walter Mehring, John Heartfield
specialista nel collage, George Grosz. Manifestazioni e spettacoli
si susseguono a Berlin, Lipsia, Praga tra il 1918 e il 1919;
a Colonia e Hannover si sceglie la via dell’humor, rispettivamente
con Max Ernst e Kurt Schwitters, che si erano conosciuti a Zurigo
nel 1918. A Paris dada è antifilosofico, nichilista, scandaloso:
il filone dada Parisno è dal 1919 quello più importante,
anche per gli sviluppi successivi. Dada raggiunge, superficialmente,
anche l’Ungheria, la Iugoslavia, l’Olanda (per un certo periodo
dadaista è Th. van Doesburg teorico di «De Stijl»), l’Italia
(E. Prampolini, J. Evola).

A Paris vi erano state riviste pre-dada,
come «Nord sud» di P. Reverdy, e «Sic» di P.A. Birot. Quando Tzara
si trasferisce a Paris, fa esplodere il movimento. Nel 1920-21
dada ebbe come organo la rivista «Littérature» e l’adesione
di Louis Aragon, André Breton, Ph. Soupault, Paul Eluard,
G. Ribemont-Dessaignes, Blaise Cendrars. A essi si uniscono l’americano
M. Duchamp e lo spagnolo F. Picabia. Si moltiplicano attività
e iniziative, anche nel campo delle riviste: Picabia ad esempio
pubblica «391» che aveva iniziato a pubblicare a New York («291»),
e poi «Cannibale» e «Philaou- Thibaou»; P. Dermée pubblica
«Z».

Dada vuole trasformare la poesia in azione,
essere un movimento antiartistico, scandaloso. Con la provenienza
stessa dei vari componenti da varie nazioni, si pone come movimento
internazionalista: la guerra era stata momento di esaltazione
delle divisioni nazionalistiche, e tutti i dadaisti sono uniti
dallo stesso sdegno verso la classe borghese che aveva innescato
il meccanismo bellico, aveva rinnegato il suo umanesimo. Ci si
proponeva di integrare le varie arti (musica, teatro, pittura,
balletto), cosa che è una delle caratteristiche dei movimenti
d’avanguardia del secolo; un movimento irrazionalista se la razionalità
portava ai massacri della guerra (ma a Zurigo non era un caso
che ci si richiamasse al padre della razionalità settecentesca),
nichilista contro gli affermatori del potere. Provocazione, esaltazione
del caso e dell’esclusione dell’artista dall’opera, nell’epoca
in cui J.W. Gibbs e L. Boltzmann teorizzano il caso come componente
irrazionale della matematica, e N. Wiener, teorico della cibernetica,
lo definisce come elemento fondamentale della struttura dell’universo.
Il caso è all’origine della tecnica del fotomontaggio.

Rispetto al futurismo anteguerra è
nei dadaisti un minor feticismo rispetto alle macchine e alla
tecnologia. Dopotutto le tecnologia aveva mostrato esempio di
sé sui campi di battaglia europei. La tecnica e i nuovi
medium non sono mai scelti feticisticamente: una tecnica serve
soprattutto per dire certe cose, ovvero per negare certi fatti.
Così quando viene ripreso il rumorismo o le tavole parolibere
di Marinetti e altre invenzioni futuriste, il senso è diverso:
attraverso la poesia fonetica come la composizione tipografica,
i suoni inarticolati, il linguaggio-immagine, si vuole ritrovare
il grado zero all’interno di una società divenuta sorda
e cieca. Già Ball a Zurigo aveva proposto "versi senza
parole"; poi Hausmann aveva prodotto la poesia dei rumori, mentre
la prima raccolta, timida, di poesia fonetica è Anna Blume
(1919) di Schwitters, mentre più riuscito è Ursonate nato
dopo l’ascolto di un esperimento di Hausmann.

Con il Primo manifesto firmato da Tzara (1918)
ci si poneva contro la lingua in cui si cristallizzavano le gerarchie
di potere, la parola mercificata, si invitava al vilipendio sistematico
del lessico convenzionale, alla deformazione morfologica e sintattica,
al gioco della parodia e del non-sense. La poesia sarebbe scaturita
da una "scrittura rivoluzionaria" costituita da suoni e fonemi
in libertà. C’era l’influsso della onomatopea futurista
e la zaum dell’avanguardia russa.

Nella collezione dada Tzara pubblicò
La prima avventura celeste del signor Antipyrine (La première
aventure céleste de monsieur Antipyrine, 1916), seguita
da Venticinque poesie (Vingt-cinq poèmes, 1918) tra cui
spicca "La grande cantilena della mia oscurità tre" (La
grande complainte de mon obscurité trois): testi emblematici
della nuova poesia alogica. Il 12 dicembre 1920 Tzara lesse alla
Galerie Povolozky (Paris) il Manifesto sull’amore debole e l’amore
amaro (pubblicato poi sul n.4 della rivista «La vie de lettres»),
in cui vi è il famoso metodo "per fare una poesia dadaista":
"Prendete un giornale. | Prendete un paio di forbici. | Scegliete
nel giornale un articolo che abbia la lunghezza che voi desiderate
dare alla vostra poesia. | Ritagliate l’articolo. | Tagliate ancora
con cura ogni parola che forma tale articolo e mettete tutte le
parole in un sacchetto. | Agitate dolcemente. | Tirate fuori le
parole una dopo l’altra, disponendole nell’ordine con cui le estrarrete.
| Copiatele coscienziosamente. | La poesia vi rassomiglierà.
| Ed eccovi diventato uno scrittore infinitamente originale e
fornito di una sensibilità incantevole, benché,
s’intende, incompresa dalla gente volgare". Il dadaismo ha avuto
la sua maggiore incidenza forse proprio sul teatro. Si infrangono
le convenzioni tra spettatori e pubblico, si instaurano nuovi
rapporti (provocazioni, insulti, dibattiti) tra palcoscenico e
sala. Quando esiste un testo, come ne La prima avventura del signor
Antipirina, rappresentato nel 1920 da Tzara con Breton, Aragon
e altri, si cerca di determinare gli stessi effetti distruttivi
perseguiti in poesia e pittura: le parole fuoriescono liberamente,
al di là di ogni coerenza logica e sintattica: viene colpito
lo specifico teatrale del dialogo, che cessa di funzionare come
mezzo di rapporto intersoggettivo. Ogni personaggio parla per
conto suo, in una specie di monologo multiplo.

Interessante l’attività dadaista nel
campo filmico; già i futuristi e poi i surrealisti si dedicheranno
alla nuova arte, con attenzione sperimentalista. Man Ray realizza
film che si ricollegano al suo lavoro di fotografo (aveva messo
a punto la tecnica del rayograph, la foto oggettiva di cose riprese
senza l’intervento dell’occhio del fotografo): Le retour à
la raison (apparso alla "serata dada" del 1923), Emak Bakia (1927),
L’étoile de mer (1928), e il surrealista Le mystère
du chateaux des dés (1929).


Nel 1918 Tzara fa conoscere il pittore Hans Richter a Viking Eggeling:
dal sodalizio tra i due nasce il film astratto: nel 1921 Eggeling
realizza Diagonal symphonie, una sequenza di forme geometriche,
lo stesso anno in cui Richter presenta il suo Rhythmus 21.

Il furore iconoclasta dei dadaisti, che rifiutavano
ogni progetto organizzativo e si esponevano in spettacoli pubblici
caotici, finì con il creare contrasti e aspre polemiche,
l’urto tra Tzara e Breton, soprattutto per lo sciovinismo di quest’ultimo.

All’inizio del 1922 Breton con l’appoggio
di Auric, Delaunay, Léger, Ozenfant, Paulhan e Roger Vitrac,
rappresentanti di vari gruppuscoli e riviste dell’avanguardia,
aveva progettato un congresso internazionale delle tendenze moderne.
Tzara decise di non parteciparvi perché riteneva il progetto
troppo ambizioso. Breton e i suoi pubblicarono una diffida contro
"il promotore di un cosiddetto movimento di Zurigo"; la xenofobia
implicita nella diffida causò la reazione di Satie, Eluard,
Ribemont-Dessaignes, Brancusi ecc. che solidarizzarono con Tzara.
Il ritiro di parte dei partecipanti al progetto, fece fallire
l’ambizioso progetto di Breton. Durante una riunione in cui dovevano
essere lette delle poesie di Cocteau e una breve commedia di Tzara,
Breton e i suoi amici interruppero lo spettacolo in modo violento;
fu chiamata la polizia e Tzara fece causa per danni.

Nel 1922 Tzara pronunciò l’orazione
funebre del dadaismo, a Weimar, nella "Conference sur la fin de
dada".

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Teatro Happening

Gruppo Amatoriale e Boudu presentano

Teatro Happening: un percorso teatrale aperto a tutti (attori, non-attori, individui).

Il Teatro Happening è un luogo d’incontro, una zona libera dell’espressione dell’individuo che deve essere/rimanere profondamente umana.

Il lavoro è basato sull’ascolto, sull’osservazione (dentro e fuori la scena), sul testo, l’azione individuale e l’azione collettiva.

A seconda delle esigenze dei partecipanti é prevista una rappresentazione del lavoro svolto attraverso una messa in scena oppure dei corti teatrali.

Per tutto il mese di ottobre gli incontri saranno incentrati sulla presentazione del progetto e sulla formazione del gruppo di lavoro.

Giorno d’incontro: giovedì dalle 20:15 alle 23:30
presso Officina Culturale Via Libera
via dei Furi, 27 / metro A Porta Furba Quadraro

per informazioni:
392 2899182 / sinisi@gruppoamatoriale.org

 

 

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Wilcock: di Marlowe

Christopher Marlowe aveva gran cura di spiegare nei discorsi degli attori le loro
azioni, quasi fosse un teatro per ciechi. E forse lo era; cioè gli
attori non facevano quasi nulla, soltanto entrare, uscire o morire:
l’azione era nei versi. La scena, come si sa, era nuda: se serviva un
tavolo lo si spingeva avanti e poi lo si portava via. Le luci erano
candele messe sull’orlo del palco; oppure la luce del giorno”.
 
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La Maison

Associazione di Promozione Sociale Diversamente e Gruppo Amatoriale
presentano
Collettivo Teatrale Happenyng

in
LA MAISON
liberamente ispirato a “La Serra” di Harold Pinter

con Andrea Caschetto, Andrea Ferraro, Federica Fidaleo, Dina Giuseppetti, Domenico Matera, Maurizio Scibilia


Musiche originali: Luca Cherubini

Messa in scena: Antonio Sinisi

Sinossi
La
vicenda si svolge il giorno di Natale in un istituto non specificato.
Nello stesso giorno colpiscono l’ istituto una nascita e una morte
sospetta. Il direttore interroga il personale subalterno per scoprire
il colpevole.

***
Teatro "Il Cantiere"
Via Gustavo Modena 92 / Roma (Zona Trastevere)
Venerdì 8 maggio 2009 – Ore 22:00
Sab 9 e Dom 10 maggio 2009 – Ore 21:30
Ingresso € 5,00

Spazio Libero Teatro
Via del Parco Margherita, 28 / Napoli
Sabato 16 maggio 2009 ore 21:00
Ingresso € 10,00 (ridotto 5,00)

**
Informazioni e prenotazioni:
sinisi@gruppoamatoriale.org / 392 2899182

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La Maison

Il copione completo è scaricabile qui.

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Incontro del 3/11/2008

Tanto per non dimenticare il nostro incontro.

Gli esercizi e i giochi hanno avuto come tema lo svuotamento/riempimento di scena, le geometrie di riequilibrio scenico.

Ad essi collegati il gioco conclusivo sull’improvvisazione: la sala d’attesa. Quest’ultima operazione aveva come paletti il fatto che doveva avere un introduzione, un picco, una conclusione. 

Le prove su testo erano disturbate dall’immobilità di Marcella, dalle pulizie di Brasca e dallo sguardo di Claudia.

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